Descrizione
Dalla tarda Maniera al Rococò in Sicilia. Scritti in onore di Elvira Natoli
Al fine di ricordare la figura e l’opera di Elvira Natoli, venuta a mancare nell’agosto del 2017, d’intesa con i familiari che ne hanno prontamente finanziato la pubblicazione, si è pensato di dedicarle un libro, quale omaggio affettuoso e al tempo stesso quale testimonianza di stima e di amicizia, da parte di colleghi amici e allievi, nei confronti della studiosa che nell’Università di Messina ha trascorso per intero la sua operosa carriera accademica.
Non spetta certo a noi curatori (vuoi per i legami di parentela, vuoi per l’antica amicizia) tracciare qui un profilo completo dell’attività scientifica della professoressa Natoli. In apertura di volume lo fa, in maniera egregia e con i toni più appropriati, Caterina Zappia – che con Elvira ha condiviso gli anni d’oro dell’Istituto di storia dell’arte della Facoltà di Lettere di via dei Verdi, al tempo dell’insegnamento di Alessandro Marabottini, negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso – mettendo in giusto rilievo le ricerche pionieristiche della studiosa e gli apporti originali alla nostra disciplina, senza trascurare il tratto umano elegante della persona, sempre così discreta e riservata al punto tale da apparire a volte, per timidezza, distaccata e quasi altera.
Con l’intento di sfuggire ai tradizionali modelli delle Festchrift accademiche, che spesso finiscono per diventare una raccolta male assortita di scritti eterogenei, di caratura diversa e senza legame alcuno con gli interessi specifici di ricerca dello studioso cui si vuole rendere omaggio, ci è sembrato opportuno focalizzare invece un ambito cronologico e territoriale ben preciso, chiedendo agli autori un contributo inedito su aspetti e problemi della pittura in Sicilia dal tardo Cinquecento al Settecento pieno (si spiega così il titolo del libro), con particolare attenzione all’ambito messinese, che è stato uno dei terreni di studio più frequentati da Elvira Natoli. Né potevano qui mancare aperture alla letteratura artistica (come è risaputo, si deve alla Natoli l’edizione critica di una importante fonte settecentesca, le Memorie dei pittori, architetti e artefici in cera siciliani del canonico Antonino Mongitore, da lei data alle stampe nel 1977), all’architettura, alle arti decorative, alla storia del collezionismo nell’isola.
Ma il nucleo centrale del libro è costituito dai saggi dedicati alla pittura, con novità e approfondimenti su alcuni degli artisti che la Natoli ha contribuito per prima a trarre fuori dall’ombra e a reinserire nel circuito degli studi: valgano per tutti i nomi di Agostino Scilla, una delle personalità più complesse e originali del Seicento pittorico messinese e non solo, e di Letterio Paladino, soprattutto negli affreschi raffinato interprete delle fantasiose e aggraziate atmosfere di gusto rocaille. Ma non possiamo dare conto delle tante aggiunte e precisazioni alla pittura – soprattutto messinese, come si è già detto – che il libro propone, basta scorrere il sommario per rendersene conto agevolmente. Rimane escluso da questa raccolta di saggi un altro ambito su cui la Natoli ha dato rilevanti contributi, vale a dire la scultura a Messina nei secoli XVI e XVII (si segnalano almeno i saggi su Giovan Angelo Montorsoli e la sua bottega, su Martino Montanini, su Vincenzo Tedeschi), che potrebbe essere in futuro l’argomento di una giornata di studi o di un altro libro da dedicare a Elvira.
Com’è consuetudine, il libro è corredato anche dall’elenco completo degli scritti di Elvira Natoli, attraverso cui si delinea con chiarezza l’impegno scientifico, la coerenza e continuità di ricerca della studiosa.
Ma prima di chiudere un ringraziamento speciale va fatto a tutti gli autori per i loro pregevoli contributi, agli amici della casa editrice Magika di Messina, Katia Giannetto e Alessandro Mancuso, i quali, come del resto già in altre occasioni, hanno creduto in questo progetto impegnandosi ancora una volta ad offrirci un prodotto editoriale di impeccabile accuratezza, e soprattutto alla famiglia Natoli Rivas per il sostegno concreto nella realizzazione del volume.
Ci auguriamo quindi che questo libro, legato a doppio filo al ricordo di Elvira Natoli, possa offrire ulteriori spunti di conoscenza e di riflessione sul patrimonio storico-artistico siciliano e che rappresenti un preciso punto di riferimento ed insieme sia di supporto per gli studi futuri su questi stessi temi.
Elena Ascenti e Gioacchino Barbera
Elvira Stefania Natoli (1935-2017) è stata docente di storia dell’arte medievale e moderna e di storia della critica d’arte alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina dal 1958 al 2005. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento di storia dell’arte dell’Università di Bologna ed ottenuto borse di studio della Fondazione “Giorgio Cini” di Venezia e della Fondazione “Andrea Palladio” di Vicenza.
Della sua ricca produzione scientifica su riviste specializzate e in cataloghi di mostre, vanno ricordati i numerosi contributi sui pittori sicilianidel Sei e del Settecento – in particolare su Pietro Novelli, Agostino Scilla e Letterio Paladino – e gli studi pionieristici sulla scultura a Messina nei secoli XVI-XVIII. Ha curato l’edizione critica del manoscritto di Antonino Mongitore, Memorie dei pittori, scultori, architetti, artefici in cera siciliani (S.F. Flaccovio editore, Palermo 1977).