Qual è il ruolo di un editore indipendente oggi?
È questa domanda che ci siamo posti alla lettura del dattiloscritto di Francesca Campagna Cicala nel momento in cui lo abbiamo accolto con l’intenzione di darlo alle stampe.
Pittura medievale in Sicilia è un testo peculiare nel panorama editoriale e più ampiamente storico-artistico italiano (e forse internazionale). L’Autrice ci offre infatti con questa pubblicazione un ragionamento denso su un tragitto tematico formalmente di nicchia, ma che tangibilmente riguarda sia quanti, in primo luogo, leggono di Arte ma anche quanti, per immagini, amano vedere opere (e luoghi) spesso difficilmente visitabili.
Un concentrato di informazioni, connessioni, figurazioni, che salpa dai mosaici di Monreale e approda nel Trionfo della morte; un riordino metodico per l’Autrice e una responsabilità culturale per la casa editrice che ci ha convinti a portare a termine il progetto.
Se il campo storico-artistico è qui, per ovvi motivi, privilegiato, nondimeno le osservazioni della Campagna sono illuminanti anche riguardo l’assetto storico che troppo spesso – nel regno della ricerca descrittiva – soffre di una forte capziosità e della perdita di capacità di visione estesa; inoltre il testo “costringe” piacevolmente il lettore a confrontarsi con una scrittura poco frequentata, che non lascia spiragli a distrazioni.
La scelta della veste editoriale, nel formato e nell’aspetto grafico – in un periodo segnato da processi di concentrazione libraria quasi esclusivamente rivolti a cataloghi di mostre, e in un contesto che si presta strutturalmente, ma anche per scelte poco lungimiranti, alla standardizzazione dell’offerta – ci ha stimolati a fornire alla collettività dei lettori l’opportunità di confrontarsi con testi trasversali: il libro segue l’esposizione serrata dell’Autrice, parallelamente alle note a pie’ di pagina e ai collegamenti illustrativi.
Per concludere questa breve nota, vogliamo sottolineare un ultimo angolo visuale: gli autori delle opere in rassegna possono essere ascrivibili all’espressione oggi inflazionata di “migranti”, fenomeno che dà conferma, non solo sul piano materiale, che la storia della Sicilia non è stata, e non è, avulsa da quella dei territori dell’Africa e dell’Asia Minore e le relazioni internazionali (e la geopolitica) ne alimentano – già dall’Alto medioevo – percorsi di ricerca e di crescita pluridisciplinari.